martedì 21 gennaio 2014

Free Wine - No sulfites in paradise

Questo progetto, fino ad oggi a me sconosciuto, è entrato a far parte del mio bagaglio di conoscenze in campo enologico, grazie all'ONAV Campania delegazione di Avellino.
Giuseppe Iannone, delegato ONAV di Avellino, spiega il progetto, presentando il responsabile dello stesso sul territorio campano.
Perchè il progetto ha il nome  FreeWine? Perchè la SO2 è un deterrente alla godibilità.
I solfiti purtroppo non sono solo esogeni, cioè prodotti usati dall'uomo per la conservazione, ma anche endogeni, cioè gia presenti nel prodotto di origine o come addirittura succede nel mosto, generati in fase di fermentazione.
Per ridurre quindi al minimo la presenza dei solfiti, nel rispetto della materia prima e senza stravolgere la lavorazione, si ha la sostituzione dei solfiti aggiunti con altri conservanti. 
In questo modo, nasce la tecnologia freewine che adotta un protocollo scientifico teso ad ottenere qualità e massima solubritá.


Gli obiettivi del progetto sono: il rispetto del consumatore, l'uso responsabile delle tecnologie ed infine il rispetto della materia prima.
Un'evidenza particolare ci viene offerta dalla radiodiffussione del progetto da parte del conduttore  Davide Paolini, nel suo programma "Il Gastronauta", in onda su radio 24, contribuendo alla conoscenza del progetto tra gli eno-appassionati.
Tutti i particolari del progetto si possono trovare sul sito aziendale Www.freewine.eu.

Il vino in natura non esiste perchè la normale evoluzione dell'uva pigiata e fatta fermentare, in condizioni aerobiche, è l'aceto. Su questo "assioma" si basa la relazione e le conseguenti considerazioni del pubblico intervenuto.
La conclusione logica, per ottenere una bevanda che non degradi in acescenza e  allo stesso tempo sia piacevole da sorseggiare e possa emozionare, è quella di usare accorgimenti che non portino in alcun modo danno alla salute del consumatore.
Alle considerazioni fatte dagli intervenuti si aggiungono quelle  personali, la strada intrapresa è senza dubbio da tenere in considerazione a patto che si conoscano le sostanze che sostituiscono i solfiti e che il vino prodotto raggiunga un eccelsa qualitá non ancora presente, purtroppo, nei vini degustati.
Comunque è da dire, a mio modesto parere, che la strada intrapresa può portare a risultati emozionanti e di indubbia qualità.



Salvatore LANDOLFO

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